Il fascino delle migrazioni degli uccelli ha da sempre posto un focus importante sul passaggio nei tratti di mare, che proprio per l’impossibilità di posarsi da parte degli uccelli, espone molte specie a gravi rischi di mortalità.
I rapaci notturni proprio per le loro caratteristiche di volo hanno sovente problemi durante traversate in mare. Per questo motivo alcune specie di Strigiformi scelgono di non muoversi dai loro territori e sono considerate stanziali e risultano assenti da molte aree insulari.
A volte alcuni animali perdono l'orientamento, si allontanano troppo dalla costa e questo ad esempio, parlando di strigiformi, ha permesso a civette acadiche Aegolius acadicus e persino a succiacapre americani di attraversare l'oceano e giungere sulle coste inglesi.
Nel range dei rapaci notturni tuttavia abbiamo alcune specie che mostrano una notevole capacità di volo anche su lungi tratti.
Tra questi taxa un discorso speciale lo meritano i gufi del genere Asio, il Gufo comune Asio otus e il Gufo di palude Asio flammeus, ad esempio, hanno la lunghezza delle ali proporzionalmente più lunghe di altri rapaci notturni.
In questo orientamento colpisce una notizia che arriva dalle coste britanniche, dove un individuo di gufo comune è stato salvato da un equipaggio di pescatori nel mezzo dell’Oceano a circa 150 km dalla costa.
Il gufo era stato assalito da un gruppo di oltre un centinaio di gabbiani: azioni di mobbing e di vere aggressioni continue verso un rapace in evidente difficoltà.
L'uccello è stato salvato da un membro dell'equipaggio e aveva subito lievi ferite, ma è stato curato dalla squadra di marinai a bordo del peschereccio Benarkle II.
L'equipaggio ha confermato che il gufo si è ripreso con forza e vigore dopo essere stato "rinforzato" ed alimentato con una bistecca tritata.
Una volta rientrata in porto l’imbarcazione Benarkle II, il gufo comune è stato consegnato all'Huntly Falconry Center, in Scozia nei pressi di Aberdeen, per una perfetta riabilitazione.
John Barrie, responsabile del centro di recupero , ha dichiarato: "Il gufo è solo stanco dopo il viaggio. Ha solo bisogno di essere alimentato e di riprendere una buona fitness. Starà qui per una settimana o due, poi rimesso in libertà.”
Il fenomeno di salvataggio da parte delle navi che possono dare asilo temporaneamente agli uccelli è molto frequente, che naviga sa benissimo che anche i piccoli Passeriformi in migrazione possono farsi accompagnare da una nave, posandosi e sfruttando un passaggio da veri clandestini.
Persino Hemingway nel suo celebre romanzo The Old man and the sea (Il vecchio e il mare) racconta di un piccolo Silvide che si posa sulla barca di Santiago, il pescatore cubano protagonista del romanzo.
Ecco la sequenza narrativa di Hemingway:
Un uccello minuscolo si avvicinò alla barca da nord. Era una Silvia e volava molto basso sull'acqua. Il vecchio capì che era molto stanca. L'uccello giunse sulla poppa della barca e vi si posò. Poi volò attorno alla testa del vecchio e si posò sulla lenza dove si senti più comodo.
“Quanti anni hai?” chiese il vecchio all'uccello. “È il primo viaggio che fai?” L'uccello lo guardò, mentre il vecchio parlava. Era troppo stanco perfino per esaminare la lenza e barcollava mentre le zampe delicate la stringevano stretta. “È ferma” gli disse il vecchio. “È troppo ferma. Non dovresti essere così stanco dopo una notte senza vento. Dove si dirigono gli uccelli?” Verso i falchi, pensò, che vengono in mare per cercarli. Ma non parlò di questo all'uccello che comunque non l'avrebbe capito e avrebbe saputo fin troppo presto dei falchi. “Riposati bene, uccellino” disse. “Poi vai e rischia quel che devi rischiare come qualsiasi uomo o uccello o pesce.” Parlare gli dava coraggio, perché durante la notte la schiena gli si era irrigidita e ora gli faceva molto male. “Fermati in casa mia se vuoi, uccello” disse. “Mi dispiace non poter issare la vela e trasportarti nel venticello che si sta alzando. Ma ho da fare con un amico.”
tratto da Il vecchio e il mare E. Hemingway Mondadori edizioni Trad. Fernanda Pivano
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