Il clima del nostro Pianeta sta divenendo ogni anno più rovente e le evidenze scientifiche sono sempre più suffragate dalle sensazioni del nostro corpo, dei nostri ghiacciai, dei nostri boschi…
Un paio di anni fa, in piena Pandemia, avevo pubblicato un libro dedicato al terrificante incendio del 2019, durato 10 mesi che devastò parte delle foreste australiane distruggendo di fatto l’ecosistema del barbagianni fuligginoso, proprio come avevo raccontato nella favola per ragazzi di Holly il barbagianni e la foresta in fiamme (compralo clikkando qui).
Oggi torniamo sull’argomento, non parlando di Australia ma di un altro Strigiforme, l’Allocco maculato Strix occidentalis che popola le foreste nordamericane. Anche se come vedremo il problema è ben diverso.
Alcuni studi condotti da Derek Lee hanno dimostrato quanto gli incendi possono costituire un grave problema sulla sopravvivenza di specie forestali, ma incredibilmente hanno fatto luce su un grave errore gestionale che è durato molti anni ed ha depauperato le popolazioni di allocchi maculati.
Sebbene gli incendi siano un problema grave che coinvolge le popolazioni di molti strigiformi nel mondo recenti studi hanno dimostrato che il problema dell’Allocco maculato o Spotted Owl è diverso.
I documenti e i rapporti degli ecosistemi dopo gli incendi degli anni compresi tra il 2010 e il 2018 sono stati studiati, confrontati e alla fine si afferma che gli incendi sono la causa importante del calo delle popolazioni di allocco maculato che in alcune aree hanno perso oltre il 75% degli ambiti forestali.
Derek Lee sta cercando di monitorare lo status della specie ma anche selezionando i punti critici di questa difficile coesistenza tra fuoco e Spotted owls, che però ci rivela qualche sorpresa.
La revisione di dati, studi scientifici, monitoraggi su vasta scala ha portato il ricercatore americano a porsi principalmente queste domande: come funziona il fuoco? E’ davvero il fuoco il nemico degli allocchi maculati?
Ha cercato di definire alcuni parametri per comprendere i diversi impatti dell’incendio.
La ricerca pubblicata nel 2018 su Ecosphere e quella più recente su Birds (2021) ha evidenziato che gli incendi possano produrre effetti non troppo impattanti sulla vita degli allocchi maculati che invece, specie se non sono troppo lunghi come persistenza offrono addirittura alcuni vantaggi.
Se nel disastro ecologico australiano durato oltre 10 mesi si era registrata la morte di oltre 3 miliardi di vertebrati che può essere imputata alla lunghissima durata dell’incendio, negli Stati Uniti è successo qualcosa di diverso.
Nel 2021 Derek Lee ha scoperto un aspetto interessante, ovvero che gli allocchi maculati preferiscono mediamente le aree forestali mature, con grandi alberi per nidificare e come posatoio e quindi il problema non era legato ai soli incendi.
Il vero problema si registra con alcune opere di disboscamento anche post -incendio che depaupera la condizioni ideale degli ecosistemi di questa specie.
L'obiettivo di Lee è quello di fornire ai manager forestali le giuste indicazioni e un chiaro riepilogo degli interventi di gestione forestale anche se dovesse invertire il lavoro svolto in tanti anni.
I documenti di pianificazione del Servizio Forestale hanno da sempre considerato (sbagliando) che il fuoco danneggia le popolazioni di allocchi e quindi il loro territorio va pulito, sistemato, ordinato per proteggerli (Gutierrez et al. 1995). E proprio qui nasce il problema. Questo aspetto influisce sul trend demografico di questi allocchi.
La sua associazione con le foreste più antiche ha reso l’allocco maculato un’importante specie ombrello e prioritaria nella gestione forestale.
La letteratura scientifica ha stabilito che l'habitat ottimale per la nidificazione, il posatoio e il foraggiamento dell’allocco maculato è fornito da conifere e foreste miste di conifere e latifoglie dominate da alberi medi (30–60 cm) e grandi (>61 cm) (Gutierrez et al. 1995)
Le popolazioni di tutte e tre le sottospecie sono diminuite a causa della diffusa perdita di habitat ormai storica e ininterrotta, principalmente a causa del disboscamento (anche post-incendio) delle foreste mature, le aree preferite da questi predatori per nidificare e appollaiarsi (Seamans et al. 2002, Forsman et al. 2011, USFWS 2011, 2012, Conner et al. 2013, Tempel e Gutierrez 2013, Dugger et al. 2016).
La ricerca sull’ecologia degli allocchi maculati nei paesaggi colpiti dal fuoco non è iniziata fino all'inizio degli anni 2000 e molto di ciò che gli scienziati avevano capito in precedenza sulle associazioni tra habitat e spotted owls era derivato da studi nelle foreste senza l’influsso degli incendi, cresciuti molto negli ultimi anni.
Il lavoro di Derek Lee in particolare ha dimostrato che il calo demografico è solo parzialmente imputabile all’incendio.
Un errore di interpretazione che è costato caro agli allocchi maculati!
Leggendo ripetutamente i rapporti della gestione delle foreste americane (USFWS 2011, 2012, 2017) si evince che per molto tempo si è ritenuto tra i professionisti della gestione della fauna selvatica che un grave incendio è una causa contribuente al decremento della recente popolazione dell’allocco maculato.
In realtà dopo gli incendi i territori vengono ripuliti dai tronchi morti, gli alberi più maturi, i tronchi vetusti caduti… questa attività di gestione non è quella che favorisce l’allocco maculato che infatti cala per questo motivo ancor più che per gli incendi.
Anzi Derek Lee nei sui ultimi due studi ha dimostrato il contrario, ovvero che alcuni incendi stabiliscono condizioni di rigenerazione che posso favorire le loro attività.
L’importante è non ripulire la foresta, diradarla o disboscarla ma cercare di non modificare (se non strettamente necessario) le condizioni elettive della specie, poiché questa è la vera causa del declino di questi Strigidi.
E’ altresì vero che se il numero di incendi in costante aumento dovesse persistere o lievitare anche questo potrebbe divenire un problema serio portando in particolare la sottospecie californiana sull’orlo dell’estinzione.
La situazione è molto preoccupante perché vi è anche la rarissima sottospecie settentrionale (Strix occidentalis caurina ) elencata in Endangered Species Act.
In questo scenario un articolo recente pubblicato su Fire ecology (Lesmeister et al., 2021) ha dimostrato che gli equilibri delle foreste e di questa rara sottospecie sono sempre alterati dall’uomo.
Infatti è stato dimostrato che le foreste più mature conservo nelle aree più interne una maggior mitigazione dagli effetti del fuoco che al contrario si propagano maggiormente laddove l’uomo ha compiuto disboscamenti e opere di diradamento.
Studi e gruppi di ricerca differenti che sono giunti alla stessa conclusione, ovvero le aree ecotonali, dove non si riproduce l’allocco maculato, sono quelle più colpite e se l’uomo eviterà di fare opere di diradamento e disboscamenti forse il futuro di questo allocco americano sarà meno fosco.
Gli importanti risultati di questi studi evidenziano la necessità di cambiare subito strategia per poter invertire il preoccupante trend di declino.
Diventa pertanto importante continuare nei monitoraggi, perché solo così si potranno verificare l’efficacia degli interventi.
L’uomo ha cambiato l’inerzia naturale del Pianeta ora dipende dall’uomo localmente ristabilire equilibri e non fare altri danni.
L’allocco maculato non può permettersi altri errori dell'uomo.
Compra il mio libro dedicato al barbagianni fuligginoso, una favola per tutti, per comprendere il dramma delle deforestazione degli incendi.
Ottimo anche per le scuole e le attività didattiche.
Holly il barbagianni e la foresta in fiamme (Noctua Book edizioni)
Bibliografia
Conner, M. M., J. J. Keane, C. V. Gallagher, G. Jehle, T. E. Munton, P. A. Shaklee, and R. A. Gerrard. 2013. Realized population change for long–term monitoring: California spotted owl case study. Journal of Wildlife Management 77:1449–1458.
Dugger, K. M., et al. 2016. The effects of habitat, climate, and Barred Owls on long-term demography of Northern Spotted Owls. Condor 118:57–116. Dugger, K. M., F. Wagner, R. G. Anthony, and G. S. Olson. 2005. The relationship between habitat characteristics and demographic performance of northern spotted owls in southern Oregon. The Condor 107:863–878.
Forsman, E. D., et al. 2011. Population demography of northern spotted owls. Studies in Avian Biology No. 40, Cooper Ornithological Society, University of California Press, Berkeley, California, USA.
Gutierrez, R. J., A. M. Franklin, W. S. LaHaye. 1995. Spotted owl (Strix occidentalis). In A. Poole and F. Gill, editors. The Birds of North America, No. 179. The Academy of Natural Sciences, Philadelphia, and The American Ornithologists’ Union, Washington, D.C., USA.
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Lee, D. E., M. L. Bond. 2015b. Previous year’s reproductive state affects spotted owl site occupancy and reproduction responses to natural and anthropogenic disturbances. Condor 117:307–319. Lee, D. E., M. L. Bond, M. I. Borchert, and R. Tanner. 2013. Influence of fire and salvage logging on site occupancy of spotted owls in the San Bernardino and San Jacinto mountains of southern California. Journal of Wildlife Management 77:1327–1341.
Lee, D. E., M. L. Bond, R. B. Siegel. 2012. Dynamics of breeding–season site occupancy of the California spotted owl in burned forests. Condor 114:792–802.
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Lesmeister D., Davis R.J. , Stan G. Sovern, Zhiqiang Yang. 2021. Northern spotted owl nesting forests as fire refugia: a 30-year synthesis of large wildfires. Fire Ecology (2021) 17:32
Seamans, M. E., R. J. Gutierrez, and C. A. May. 2002. Mexican spotted owl (Strix occidentalis) population dynamics: influence of climactic variation on survival and reproduction. Auk 119:321–334.
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