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Immagine del redattoreMarco Mastrorilli

Cosa mangiano gli allocchi: lo spettro alimentare dell’Allocco sulle Alpi marittime francesi

Aggiornamento: 7 set

Ancora poche settimane (4-5-6 ottobre) e ci ritroveremo per un campo di studio sui rapaci notturni, a pochi minuti dal confine francese, immersi in un’area forestale della Val Cenischia, valle laterale della Val di Susa.

Saremo proprio sul sentiero dei gufi, dove gli allocchi sono autentici padroni di casa, anche se nel comprensorio di questa valle non mancano il gufo reale, la civetta capogrosso e il gufo comune. 

Per avvicinarsi a questo workshop sul campo, che offrirà la possibilità di lezioni teoriche e pratiche, ma anche di uscite notturne, per questo motivo ho pensato di presentarvi un interessante resoconto sulla dieta dell’allocco (Strix aluco) sulle Alpi marittime francesi, tratto da una relazione scientifica pubblicata da Joss Deffarges .


Allocco ph. wikimedia commons M. Legg


Rispetto a Bar Cenisio (comune di Venaus - Torino) dove terremo il nostro campo-studio a ottobre, questo articolo approfondisce un monitoraggio su sistemi trofici sulle Alpi, ma, orientando lo sguardo in una regione più meridionale delle Alpi occidentali.

Joss Deffarges nel 2020 ha pubblicato un’interessante review che evidenzia la selezione delle prede operate dall’allocco in quel comprensorio. Spero di aver fatto cosa gradita perché troverete informazioni sulla caccia  e le prede selezionate da questo Strigide. 

In uno studio precedente e meno approfondito l’allocco nella stessa area sembrava prediligere la cattura di Muridi in particolare del ratto nero (Rattus rattus, L. 1758) e del topo selvatico (Apodemus sylvaticus, L. 1758). Mentre salendo di altitudine la seleziona delle prede portava alla cattura di arvicole e altri piccoli mammiferi. 

Lo studio di Deffarges che analizziamo ora è invece molto dettagliato e ricco di informazioni e riflessioni e nondimeno di curiosità tra le predazioni rinvenute.

Sono state analizzate complessivamente 3003 prede con 60 raccolte di borre e resti di predazione prevalentemente in nidi artificiali e in periodi e luoghi diversi. L’altitudine massima del siti monitorati era di 1556 m slm. e quella media di 523 m slm. 

Per semplicità di analisi dividiamo ora le prede in macro gruppi e partiamo dai mammiferi che l’autore divide in volanti e non volanti. 

Iniziamo il nostro viaggio alla scoperta della dieta degli allocchi proprio da quest’ultimi e dalla arvicole in particolare con le 5 specie predate. 

Si tratta di micromammiferi la cui presenza è stata rilevata in quasi il 50% delle borre analizzate, sebbene costituiscano solo il 3% delle prede complessive catturate. L'arvicola delle nevi Chionomys nivalis è presente sulle Alpi Marittime. Le sue gallerie si trovano vicino alle aree prescelte dagli allocchi e questa specie rappresenta da sola la metà dei Cricetidae analizzati (1,50%).

I Muridae, con 7 specie diverse, rappresentano più del 47% delle prede catturate e sono la base della dieta dell'Allocco. 

In assenza di ratti sopra i 1.200 metri di altitudine, Muridae rappresentano ancora e comunque più di una preda su tre. 

I ratti costituiscono tuttavia un fonte preziosa di alimentazione, se pensiamo che un ratto nero può pesare fino a 3 etti e un arvicola o un topolino raggiungono di solito i 20-30 gr. 

Questo significa che alimentandosi con un ratto, l’allocco si sfama come se avesse catturato 10-12 topolini! 

Anche i Soricidi, ovvero i micromammiferi insettivori assumono un ruolo importante nella predazione e non solo in quota, poiché in un sito monitorato l’allocco consumava anche fino al 20% della sua dieta in Soricidae. 

Guardando a Gliridi e Sciuridi il ricercatore francese evidenzia le abitudini dell’allocco. 

Per lo scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris, Linnaeus, 1758), la cattura è frequente, ma non abbondante e pare che sia più facile per questo rapace la cattura di giovani ancora poco esperti nel movimento arboricolo. 

Diverso è l’analisi sulla presenza dei Gliridi nelle borre, predati con le tre specie presenti che rappresentano complessivamente il 14% delle prede. 

Tra ghiro, moscardino e quercino ovvero le tre specie di Gliridi presenti, è proprio il ghiro (Glis glis) ad essere catturato con maggior frequenza e preferibilmente durante lo stadio giovanile, con una quota superiore al 60% (tra i soli Gliridi).


Il ghiro una delle prede degli allocchi francesi, ma frequente cattura anche in Italia (ph. wikimedia commons)


Tra gli altri mammiferi vi riveliamo qualche dato curioso: il coniglio selvatico diffuso in molte aree di studio è stato catturato con 7 individui solo da una coppia di allocchi e sempre predando individui giovani.

Il riccio europeo (Erinaceus europaeus, L. 1758) è preda occasionale di grandi dimensioni rapaci notturni. Alcune coppie di gufo reale (Bubo bubo, L. 1758) lo consumano regolarmente come riportano diversi autori, ma per l’allocco è una cattura difficile e davvero rara. 

Possiamo sospettare che le difese passive del riccio, ovvero gli aculei, non lo rendono appetibile per l’allocco che preferisce deglutire tutta la sua preda.

Le talpe sono prede rare in virtù della loro vita ipogea pertanto difficilmente localizzabili dal allocchì, mentre per i Mustelidi sono segnalate predazioni sulla donnola (Mustela nivalis, L. 1766) mentre non sono stati rinvenuti resti di predazione dell’ermellino (Mustela erminea, L. 1758). 

Restano quelli che l’autore definisce i mammiferi volanti ovvero i pipistrelli. Tra i chirotteri la predazione è regolare e sono ben 7 le specie catturate da questi allocchi francesi.

Spicca la cattura di una nottola gigante (Nyctalus lasiopterus, Schreber, 1780), la prima documentata, in Francia, come predazione da parte di un rapace.   

Ora analizziamo la cattura degli Uccelli che dove fringuelli, verdoni, luì, merli, capinere e tordi costituiscono il 70% dell’ornitofauna predata, sebbene nel computo della biomassa gli uccelli, sovente sono specie di modesto peso e costituiscano solo il 15% complessivo della biomassa consumata. 

Diverso il discorso per quanto riguarda le prede catturate con addirittura 93 specie predate nei diversi siti di allocchi monitorati. 

Interessante e nota è la relazione interspecifica tra gli Strigiformi e in questa review sono state documentate predizioni su assiolo Otus scops (n=2) e civetta capogrosso Aegolius funereus (n=2) e l’autore ritiene siano stati predati quasi certamente individui adulti. 

Le due specie più predate sono il fringuello (n= 73) e il pettirosso (n=31). 

Tra le catture interessanti la ghiandaia che certo non è un volatile di piccole dimensioni (n=5), il torcicollo (n=2), il picchio rosso maggiore (n=1), il succiacapre (n=1), il balestruccio (n=9) che è una specie molto veloce in volo e quindi apparentemente non semplice da ghermire.


Anche il Picchio rosso maggiore è una preda dell'Allocco ph. Claudio Crespi


Analizzando la predazione su erpetofauna troviamo alcune predazioni insolite e curiose.

Interessante la predazione, pur considerando che la specie è presente nell’are di studio, la cattura della lucertola ocellata Timon lepidus (Daudin, 1802) con ben 6 individui predati! 

Complessivamente sono state catturate 5 specie di rettili e 5 specie di anfibi e sono un buon dato poiché l’allocco è specie più ornitofaga e meno adatta alla predazione di anfibi e rettili, sebbene esistano poi coppie o individui capaci di sorprenderci invertendo questa tendenza. 


anche le trote fario possono essere predate dagli allocchi ph. wikimedia commons Tylwyth Eldar


Molto interessante risulta la cattura di pesci e in particolare di due individui di trota fario Salmo trutta che lasciano presupporre la loro cattura con un allocco che zampetta nelle acque basse. 

In questo scenario il suo pattern è simile a quello del gufo reale che preda con maggior frequenza trote e gambe  di fiume. 


Allocco in volo ph. wikimedia commons Martin Mecnarowski


Lo studio riporta poi un grande numero di invertebrati predati tra questi anche qualche scorpione e tali insetti coleotteri e ortotteri sono quelli più frequenti nello spettro alimentare dell’allocco. 

Vi ho proposto questi dati perché al di fuori di qualche sorpresa come la nottola gigante, la trota fario questi allocchi mostrano una dieta davvero eclettica come mostra la grande variabilità di prede. 

Un’eurifagia che costituisce una peculiarità del sistema trofico di questo predatore. Proprio la dieta sarà uno dei temi approfonditi con appositi laboratori durante il campo studio del 4-5-6 ottobre a Bar Cenisio in Val di Susa, dove sono previste esercitazioni pratiche di apertura delle borre, uscite con playback notturne, lezioni sulle penne, sull’uso del territorio da parte degli Strigiformi con lezioni teoriche e uscite sul campo. 

In fondo potrete leggere le tabelle con i dati analitici di predazione.


Per iscriverti e per info su questo campo di studio che si svolge il prossimo ottobre.

Campo studio di biologia ed etologia dei rapaci notturni

4-5-6 ottobre 2024

Località Bar Cenisio

(comune di Venaus -Torino)

o clicca sulla locandina qui sotto


seguono le tabelle con tutti i dati di predazione di questo studio:




Bibliografia

Deffarges J. (2020) Illustration commentée du régime alimentaire de la Chouette hulotte Strix aluco dans les Alpes-Maritimes. Faune-PACA Publication 102 : 30 pp.

Deffarges, J. (2018). Trois exemples du régime alimentaire de la Chouette hulotte Strix aluco

Linnaeus, 1758 dans les Alpes-Maritimes. Biocosme mésogéen, Nice, 35 : 43-62.

Mastrorilli M., 2019. Guida ai rapaci notturni d'Europa. Ricca editore. pp.232

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